Perché l’essere umano è portato a boicottarsi? Perché siamo portati a trovare qualsiasi modo possibile pur di non arrivare al massimo delle nostre potenzialità?
Pensavo fosse una questione di strategia, di non sapere quale fosse la strada giusta da percorrere per arrivare alla nostra massima espressione. Ma non è così. Non solo almeno.
Non è solo questione di sapere come arrivare, perché anche quando si sa ogni singolo aspetto della nostra vita, si crea ugualmente una separazione tra le nostre abitudini radicate da anni in noi ed il nuovo cammino.
C’è proprio una separazione netta tra il chi siamo e il chi vogliamo diventare.
Noto per lavoro, avendo avuto in questi anni centinaia di ragazzi che ho seguito personalmente, ed in più nella mia vita personale tra amicizie e rapporti, come siamo portati a boicottarci, come accada troppo spesso.
Diamo vita a meccanismi che ci tengono come ancorati a terra anche se abbiamo le ali per prendere il volo.
E’ un sistema che ad oggi non comprendo ancora, non ne capisco il motivo per cui succeda. Di certo però so soltanto una cosa. Che non è un sistema che genera successi.
Ma non il successo a cui siamo abituati a pensare subito.
Un nuovo tipo di successo a cui ambisco personalmente e che cerco di trasmettere il più possibile intorno a me: il successo di una vita che esprima il massimo potenziale, di energie create e condivise.
Il successo di esprimere chi si è e farlo nel migliore dei modi.
Qualcosa che vada oltre alla carriera, al fisico perfetto, agli obiettivi materiali raggiunti.
Sto parlando di successo interiore. Della coerenza tra quello che si ha dentro e quello che si manifesta fuori.
Abbiamo chi più chi meno un sistema che però ci tiene come in un qualche modo legati al passato, anche se questo non ci piace più. Però allo stesso tempo noto come esistano persone che riescono a vincere questa resistenza al decollo e spiccano il volo in modo naturale, in modo fluido. Diventando parte del processo, non una lotta contro di esso.
Credo sia in parte lì la risposta, diventare parte di quello che sentiamo.
Non più un lavoro per raggiungere qualcosa, un impegno orientato al cambiamento. Ma diventare il cambiamento stesso.
Non allenarsi per raggiungere il fisico dei propri sogni, non alimentarsi per cambiare estetica.
La sveglia presto non per portare a termine un progetto importante.
Quando dico parte del processo, intendo che tutte queste azioni non vengano più svolte come il mezzo che serve per un fine, ma diventi il fine stesso.
Il piacere di allenarsi, la serenità di prepararsi un pasto con cura, la sveglia presto per vedere il sole sorgere, andare in palestra non perché si deve andare, ma perché si ama l’energia che si sente tra i bilancieri ed i manubri, per la comunità che si crea frequentando ambienti in linea con quelli che sono i nostri obiettivi.
La resistenza al decollo sparisce completamente così facendo. Perché non siamo più in lotta con noi stessi per arrivare da qualche parte, siamo il cambiamento stesso. Quindi non abbiamo più nessuno con cui lottare.
E’ più facile di quello che sembra il cambiamento, solo che va guardato con la mente ed il cuore giusto.
Altrimenti ritrovarsi in conflitto e in un continuo tira e molla può diventare estenuante facendoci credere che non possiamo cambiare.
Ed in parte è così, non bisogna mai cercare di cambiare, ma diventare il cambiamento. Sentendolo.
#MindBodySoul